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Sognavo di diventare scrittrice

giovedì 18 settembre 2008

Le mie prime poesie le ho scritte intorno agli otto anni. Frasi sciocche e con poco senso che mi sforzavo di mettere in rima... Poi pian piano ho imparato a scrivere. E se da bambina i miei temi erano famosi per la loro prolissità, col tempo lo sono diventati per le metafore e la poesia con cui li condivo. Ma c’era una cosa che non era cambiata nel tempo: l'immensa gioia provata nello scrivere.

Scrivendo potevo trastullarmi a giocare con le parole, insaporire la realtà con la fantasia. Riuscivo ad entrare in contatto con la mia anima, potevo dilettarmi a stanare le mie emozioni e a farne poesia.

Così un bel giorno mi sono resa conto di avere un sogno: quello di diventare scrittrice.

Con questa consapevolezza nel cuore e piena di speranza ho iniziato a sforzarmi di scrivere racconti. Cercavo di scriverli nel miglior modo possibile, ma ogni volta che li rileggevo riuscivo solo a provare rabbia. Potevo anche immaginare belle storie, ma quando le trascrivevo diventavano scialbe. La mia penna tracciava segni sulla carta senza sapere dove stava andando. Divenni consapevole di non avere né la capacità, né le nozioni necessarie. Mai e poi mai sarei stata all'altezza di scrivere un racconto vero!

Dentro di me ogni traccia di gioia era scomparsa: Rabbia e Ambizione avevano fatto comunella con Sfiducia e Delusione e con estrema freddezza l’avevano cacciata via.

Così non riuscivo più ad avvicinarmi ad una penna. Anche scrivere un biglietto d'auguri era diventato un inferno: potevo scegliere tra passare un'ora, dizionario alla mano, nel tentativo di scrivere il più bel biglietto augurale della storia oppure affidarmi a una frase già bella e pronta trovata su internet.

Il mio sogno aveva ucciso la mia passione.

Ma il nostro io più profondo sa sempre in quale direzione andare. Così un bel giorno, attratta dal fascino della rete, ho aperto un blog anch’ io. E che voglia di scriverlo avevo! Più volte sono stata tentata dalla voglia di scrivere qualcosa di personale, ma ogni volta che mi avvicinavo alla tastiera il solito blocco mi immobilizzava le mani, come se dentro la mia anima si nascondesse un rogo, dalle fiamme belle e affascinanti, tuttavia pericolose.

Così per troppo tempo me ne sono stata nascosta dietro le parole che qualcun altro, più bravo di me, aveva già scritto. Finché poco tempo fa, apparentemente senza alcuna ragione, ho aperto un nuovo blog: questo blog. "Sarà una sorta di diario", mi sono detta, "e non ne farò parola con nessuno. Sarà il rifugio dove andare quando vorrò parlare con me stessa".

In questo modo ho ricominciato a scrivere, dapprima un po’ titubante, poi ho lasciato le emozioni sgorgare. E, miracolo, ho ritrovato l’antica gioia perduta. Era sempre stata lì, accantonata in un angolino, in paziente attesa di essere riscoperta.
Quello che ho capito al termine di questa lunga storia, e di questo lungo post, è che il sogno non è mai stato diventare scrittrice, il sogno è sempre stato scrivere. E l’ho avuto sempre a portata di mano, senza vederlo.

Ho capito che tutti sognano di raggiungere la vetta della montagna, ma la parte più bella è il panorama lungo il percorso.



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